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Tecnico al lavoro sulla rete aziendale con strumenti diagnostici.

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Tra tutte le richieste che riceviamo, una delle più frequenti riguarda la rete aziendale che “va e viene”. La scena è quasi sempre la stessa: connessione che si interrompe durante una riunione, file che non si aprono più da un’unità condivisa, stampanti che spariscono dalla rete, dipendenti che si alzano dalla scrivania con lo sguardo perso. “È il Wi-Fi?”, “È colpa del provider?”, “Forse è il router?”. Domande legittime, ma spesso sbagliate. Perché il problema non è tanto la connessione a Internet, quanto la rete interna dell’ufficio, che viene troppo spesso sottovalutata o improvvisata.

Una rete aziendale non è solo un modem collegato a uno switch, che a sua volta distribuisce il segnale a qualche computer e stampante. È un ecosistema fatto di cavi, configurazioni, indirizzi IP, DNS, permessi, firewall, server, e dispositivi che devono comunicare tra loro senza intralci. Quando anche solo uno di questi elementi è fuori posto, tutto inizia a zoppicare. Non sempre in modo evidente. A volte basta che un dispositivo abbia lo stesso IP di un altro per causare conflitti intermittenti. Oppure che uno switch economico vada in saturazione appena si collegano più di quattro postazioni.

Un errore comune che vediamo spesso è l’uso di router da casa per gestire una rete da dieci o venti persone, magari con backup in cloud, videocamere IP e dispositivi che lavorano in rete tutto il giorno. È come usare una Fiat Panda per fare un trasloco. Funziona, ma poi non ti puoi lamentare se si rompe tutto dopo mezz’ora.

Un altro problema sono i cavi: vecchi, annodati, passati dietro i mobili, piegati male, o peggio ancora incrociati in ciabatte multipresa. Il cavo è il primo elemento fisico della tua rete. Se è in cattive condizioni, anche il miglior firewall o access point non può farci nulla. E lo stesso vale per le prese: una presa mal crimpata o un connettore allentato può causare disconnessioni a singhiozzo, difficili da diagnosticare.

In molte aziende manca anche un vero e proprio schema della rete: nessuno sa quanti dispositivi sono collegati, con che indirizzo, con quale logica. Ogni volta che arriva un nuovo computer, lo si collega “a caso”, sperando che funzioni. E finché funziona, tutto bene. Ma quando iniziano i problemi, nessuno sa dove mettere le mani. “Chiedi a quello che ha fatto la rete”, peccato che “quello” sia un elettricista chiamato cinque anni fa, o un tecnico improvvisato passato di sfuggita.

E poi c’è l’ultimo, ma forse il più grande errore: pensare che il problema sia sempre l’esterno. Il provider, il Wi-Fi, il PC. In realtà, se la rete cade ogni giorno, se le cartelle condivise spariscono, se la stampa si blocca, il problema è interno. Serve un’analisi seria, un cablaggio fatto bene, dispositivi di rete professionali e configurazioni ragionate. Non bastano più soluzioni “fai da te”, perché la rete non è solo un cavo che porta Internet: è il cuore dell’azienda.

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